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Il RUM

STORIA E LEGGENDA DI UN DISTILLATO CHE HA CONQUISTATO IL MONDO.

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Quando si parla di rum, immediatamente vengono in mente pirati, isole caraibiche, atmosfere esotiche, spiagge tropicali, cucina creola , salsa , reggae e calypso. E come pensare altrimenti, tutto questo fa parte di quello che è lo straordinario mondo del rum, un distillato che accomuna molti dei paesi caraibici, centro e sud americani unendoli insieme in un  immaginario “commonwealth della canna da zucchero”, una grande regione alla quale mancherebbe soltanto un’altrettanto immaginario “Ministro del Rum”  con incarico di  governare.

Ma tornando alla realtà andiamo a vedere quali sono le origini del rum.

Innanzitutto bisogna premettere che il rum è un prodotto derivato dalla canna da zucchero la quale non è però originaria dei Caraibi, ma è stata portata da Cristoforo Colombo nel 1493, in occasione del suo secondo viaggio nel “Nuovo Mondo” dalle Isole Canarie.

Il nome.

Sono molte le ipotesi sull’origine del termine rum, secondo alcuni il nome deriva da  “rumbullion”, che è un termine inglese, e in particolare un dialetto del Devonshire che significherebbe tumulto.Oppure potrebbe derivare  dal termine “roemer”, che si riferisce ad un bicchiere di grossa taglia usato dai marinai olandesi in viaggio verso le Antille.  Mentre c’è un’altra versione secondo la quale rum derivi da “saccharum officinarum” nome botanico della  canna da zucchero, e francamente  sembra  sia l’ipotesi più probabile anche se è praticamente impossibile asseverarne la veridicità.

E’ comunque alle Barbados che per la prima volta, intorno alla metà del  1600, si ha notizia dei  primi tentativi di distillazione del succo fermentato di canna da zucchero, ma il risultato non doveva essere dei migliori, tanto che il risultato fu una grezza bevanda alcolica che fu chiamata non a caso “kill-devil” .

Padre Jean-Baptiste Labat, missionario francese nell’isola della Martinica, sentì parlare di questa bevanda fortemente alcolica e si incuriosì, dopo averla provata la descrisse come un’intruglio forte e dal sapore sgradevole, sicuramente un lontano parente del rum dei giorni nostri.

La produzione

Pian piano la distillazione del rum si diffuse in tutti i Caraibi , Cuba, Barbados, Martinica, Giamaica, ogni isola aveva la sua produzione di rum, e ogni rum aveva le sue caratteristiche diverse tanto che quasi a significarne le differenze, nelle isole francesi prese la lettera H diventando “rhum”, mentre in quelle di lingua spagnola diventò “ron”.

Gli schiavi portati dall’Africa con il compito di provvedere alla raccolta della canna da zucchero consideravano il rum una bevanda quasi sacra, avevano appunto la convinzione che riuscisse a curare qualsiasi malattia o infezione nonché a  sconfiggere la stanchezza e infondere coraggio.

Anche i pirati erano della stessa idea, non c’era infatti occasione in cui non ne facessero uso , come disinfettante per le ferite, contro lo scorbuto, per guadagnare audacia nei combattimenti e durante le abbondanti libagioni che seguivano le battaglie vittoriose.

Sorprendentemente anche negli Stati Uniti, soprattutto nella zona del New England, la produzione di rum diventò l’industria  più importante di tutto lo stato. Tra i grandi estimatori del distillato c’era anche George Washington , il quale ordinò un barile del miglior rum per festeggiare la sua elezione a presidente .

La popolarità

Sicuramente Cuba ha giocato un ruolo importante nel dare al rum popolarità internazionale, basti pensare infatti che alcuni dei drink più popolari al mondo come  “Cuba Libre“, “Daiquiri”, “ Mary Pickford”, “Hemingway Special”, “Presidente” e “Mojito” hanno visto i natali  proprio nell’”Isla Grande”.

Il proibizionismo

L’inizio del Proibizionismo negli Stati Uniti ( 1920) segna una data importante per il rum e per Cuba, cominciano infatti i “wet week ends”, i fine settimana “ bagnati” durante i quali migliaia di americani si riversavano a Cuba per poter soddisfare la loro insaziabile sete . Il rum si consacra così il vero protagonista del bere miscelato. In una Avana dai grandi alberghi e dalle automobili americane, dei gangsters e degli attori hollywoodiani, degli avventurieri e delle miliardarie annoiate, che all’ora del cocktail si ritrovavano, fianco a fiancoa bere cocktail a base di rum, in  locali dai nomi affascinanti come “Dos Hermanos”, “Sloppy Joe’s”, “ Tropicana”, “Nacional”e “Jockey Club”.

Hemingway ha contribuito non poco alla popolarità del rum, grazie anche ai racconti nei suoi libri. Grande bevitore, era solito ingollare quantità industriali di “Daiquiri” e di “Mojito”, ha praticamente reso celebre sia il “Floridita”, che la “ Bodeguita del Medio” , famoso il suo detto . “ Mi Daiquiri en la Floridita, mi Mojito en la Bodeguita”. Al Floridita lo sgabello dove sedeva abitualmente, è a lui riservato permanentemente, ben protetto da una catena .

Il rum oggi.

Il rum è oggigiorno uno dei distillati più popolari, le mete turistiche caraibiche, centro e sud americane, da anni frequentate ormai da migliaia di turisti, hanno dato impulso alla sua notorietà , non è raro trovare in un qualsiasi bar una buona selezione di rum, fino a qualche anno fa cosa impensabile.

La categoria dei rum, oltre che per il metodo di distillazione, agricolo e industriale, fino a non molto tempo fa era suddivisa in rum chiari, ambrati e scuri. Attualmente una più moderna classificazione dei rum prevede diverse tipologie che si possono raggruppare in :

  • Rum Chiari : detti anche “light”, “white” “silver” o “blanco”, sono solitamente rum  invecchiati non più di un anno e spesso filtrati per togliere il colore leggermente ambrato che gli ha dato la permanenza in botte. E’ la categoria di rum più venduta al mondo.
  • Rum Ambrati : detti anche “gold”, “ambrè”o “oro”, sono rum invecchiati per un periodo che va da uno fino a tre anni.
  • Rum Scuri : detti anche “dark” o “black”, sono rum per la maggioranza provenienti dalla Giamaica o dalle Bermuda, si distinguono per l’invecchiamento in botti carbonizzate, per l’uso del “dunder”( residuo della precedente distillazione, contenente lieviti, batteri e acidi, che innesca la fermentazione, un po’ per come avviene con il “sour mash” nel whisky), e per il gusto marcato di melassa e caramello, che lo rende unico.
  • Rum Invecchiati, detti anche “premium” “aged”, “añejo” “vieux”, “viejo”, possono anche recare la dicitura “riserve” o “reserva”. Sono rum invecchiati e di particolare pregio che hanno avuto una lunga permanenza in botti che in precedenza hanno contenuto Bourbon, anche se questa non è una regola fissa e possono anche essere usate delle botti di quercia nuove.
  • Rum Over-Proof : rum che sono imbottigliati ad una gradazione superiore agli standard comuni di 40% di volume alcolico. La gradazione più comune è la 151 proof, che corrisponde a 75 gradi alcolici,e può raggiungere anche i 160 proof che corrispondono a ben 80% di volume alcolico. In Giamaica gli over-.proof vengono chiamati curiosamente “Jamaican wines”
  • Rum Spiced e Flavored : questi rum sono messi in infusione con frutta o spezie, solitamente di gradazione inferiore alla norma, ma non è una regola fissa, hanno conquistato una notevole popolarità sul mercato statunitense, in Italia sono quasi sconosciuti.
  • Naval Rum : Sebbene il termine “naval rum” ( o navy rum) non abbia nessuna classificazione ufficiale, è uno stile particolare di rum che si differenzia dagli altri per il colore scuro,  la sua alta gradazione alcolica e per la sua tanninicità. Per più di trecento anni la Marina Reale Britannica ha dispensato ai suoi marinai il “tot”, la razione giornaliera di rum. Non tutti i marinai sapevano  però gestire il loro “tot”, e  quindi a seguito di  incidenti, a volte anche mortali, dovuti allo stato di ubriachezza per consumo eccessivo, nel 1740 l’Amiraglio Vernon Vernon ordinò che la razione giornaliera di rum  venisse diluita con acqua e succo di lime nella misura di 2 a 1 e divisa in due, una al mattino e una  alla sera. La miscela, battezzata “grog” (dal soprannome che aveva l’Ammiraglio Vernon ) dai marinai, ebbe il duplice effetto di combattere l’ubriachezza e di essere allo stesso tempo un ottimo rimedio contro lo scorbuto. Questa antica tradizione della Marina reale Britannica che cominciò in Giamaica nel 1665, terminò nel 1970 quando l’Ammiragliato decise che nonc’era più spazio per una così antica così vecchia tradizione in una marina militare moderna, e così il  31 luglio dello stesso anno l’ultimo “tot” di rum fu bevuto a bordo di tutte le navi della“Royal Navy” .Quel giorno rimarrà nel ricordo di tutti i marinai come “Black Tot Day”. Si narra che in quell’occasione  anche ai più rudi e impassibili uomini di mare scappò una lacrima per la fine di una  così secolare tradizione, e che qualcuno  dopo il 31 luglio, non sopportando la perdita  addirittura preferì congedarsi.

Imbottigliamento e invecchiamento.

I rum vengono spesso miscelati (blended) prima dell’imbottigliamento e questo per armonizzare i vari rum tra di loro, per renderli più morbidi e per correggere le eventuali imperfezioni. Questo è dovuto al fatto che l’invecchiamento in un clima caldo e umido come quello dei Caraibi, può dare al distillato delle caratteristiche poco gradevoli così come una gradazione alcolica molto alta,  e quindi per riequilibrarli interviene la mano esperta del “master blender”. Il fattore climatico è di non poca importanza, bisogna ricordare infatti che un anno d’invecchiamento in un clima tropicale e equivale a tre anni di invecchiamento in un clima freddo come quello scozzese ad esempio, e di questo il “master blender” deve sempre tenerne conto prima della fase di imbottigliamento, senza dimenticare che l’evaporazione, la “parte degli angeli”, puo’  raggiunge la ragguardevole cifra del 10% annuo, rispetto a quella del whisky o del Cognac che si attesta intorno al 2%, per questo motivo in molti paesi i produttori ritengono che sia controproducente invecchiare i rum per più di 8 anni. Sono infatti limitate le quantità di rum destinate ad un lungo invecchiamento, la stragrande maggioranza della produzione di rum mondiale è immessa sul mercato come “white” ( “blanco” “plata” o “silver”).

In alcuni paesi la data di invecchiamento si riferisce al rum più giovane presente nella bottiglia, mentre in altri è il più vecchio.

Blanco, scuro, silver, gold, over-proof, agricolo o industriale il rum è indubbiamente uno dei distillati più popolari del momento, ma quale è il migliore ? Qual è il più buono? Impossibile dare una risposta, ma a titolo di curiosità cito un aneddoto di uno scrittore  statunitense, il quale recatosi nell’isola di Trinidad per scrivere un articolo sul rum, appena arrivato al controllo passaporti, l’agente gli chiese il motivo della sua visita. Alla risposta : “Sono qui per scrivere un’articolo sul rum”, l’agente sorrise compiaciuto e disse: “A lei piace il rum?”, “Sì! E visto che ci siamo posso chiedergli secondo lei qual è il miglior rum di Trinidad?” L’agente rispose senza esitazioni : “Quello che andrà a finire nel mio bicchiere!”.